Glen Cowan e Zhuang Zedong, due nomi sconosciuti ai più, forse familiari
agli appassionati di ping pong. Da una parte la Cina, dall’altra gli Stati
Uniti d’America ai tempi della Guerra Fredda. Tra le due nazioni non correva
buon sangue all’epoca. Neanche al senatore McCarthy fu concesso il visto,
nonostante la sua carica istituzionale. Ad invertire la rotta fu un incontro
tra due sportivi durante i Mondiali di ping pong in Giappone nel 1970. Glenn
Cowan, uno studente di 19 anni del College di Santa Monica, giocatore della
nazionale statunitense, perse l’autobus della sua squadra e salì su quello
cinese, sedendosi in fondo. Zhuang Zedong, della nazionale cinese, racconta, il viaggio sull'autobus durò 15 minuti, e
io esitai per 10 minuti. Ero cresciuto con lo slogan 'Abbasso l'imperialismo
americano!' E durante la Rivoluzione culturale, la
retorica della lotta di classe era impiegata più che mai, e mi stavo chiedendo,
'Ma è giusto avere a che fare con il tuo nemico numero uno? Eravamo tutti molto
tesi. Ci era stato detto di non parlare con gli americani, di non stringere
loro la mano e neanche scambiare regali.
L’ ho guardato e ho pensato, non è lui
che fa la politica, è solo un atleta, un americano ordinario.
L’anno precedente, il Presidente Mao Zedong aveva detto ad Edgar Snow, giornalista e
autore di “Stella rossa sulla Cina”, che il paese avrebbe dovuto riporre le sue
speranze nel popolo americano. Ricordandosi queste parole, Zhuang Zedong decise
di rompere il ghiaccio, regalando al suo avversario un ritratto su seta delle
Montagne Gialle. Pronunciò queste parole, malgrado il governo Usa non sia amico della
Cina, gli americani sono amici dei cinesi. Ti regalo questo per segnare l’amicizia
dei cinesi con gli americani. E Glenn rispose dandogli una T-shirt raffigurante
il segno della pace e la scritta "LET IT BE."
Scesi dall’autobus, ad accoglierli all’ingresso della palestra furono i
flash dei fotografi che non persero un attimo ad immortalare il grande momento.
Con il clima politico che c’era negli anni Sessanta, la vista di un atleta
della Cina comunista assieme ad uno degli Stati Uniti suscitava certamente
molto interesse. Il gioco era fatto: il
giorno dopo sulle prime pagine dei giornali giapponesi c’erano le foto che
ritraevano la scena che avrebbe contribuito alla distensione dei rapporti tra i
due paesi. La forza dello sport aveva travalicato i confini nazionali, la
storia, gli interessi, la politica, diventando un saggio e potente strumento al
servizio della diplomazia.
Nella sera dello stesso giorno, Mao Zedong vide la notizia dell'incontro
tra i due atleti sul dacankao, un
giornale disponibile solo alle più alte gerarchie del governo. Venne riportato
che il Presidente disse, "Questo Zhuang Zedong non solo gioca bene a ping
pong, ma è bravo in affari esteri, è portato per la politica." A quel
punto la Cina decise di invitare la squadra statunitense. Risultato: il 10
aprile 1971, nove giocatori americani, quattro funzionari e due consorti
attraversarono il ponte tra Hong Kong e la Cina
continentale e passarono una settimana tra partite dimostrative, visite guidate
ed eventi mondani. Lo slogan che accompagnò la
permanenza degli americani fu “prima l’amicizia e poi la competizione”. Furono il primo gruppo di americani a recarsi in
Cina dal 1949, anno della fondazione della Repubblica Popolare Cinese. In quei
giorni, gli Usa annunciarono la fine dei venti anni di embargo sulle
esportazioni verso la Cina. Il Time così scrisse
della visita, probabilmente nessuno sport è stato mai usato in maniera così
efficace come strumento di diplomazia internazionale.
Ne seguì nel febbraio del 1972 la storica visita del presidente Nixon in
Cina. Due mesi dopo, Zhuang Zedong, a capo della delegazione della squadra di
ping pong cinese, si recò negli Usa e successivamente in Canada, Messico e
Perù. Ma non tutti i tentativi cinesi di contattare altre nazioni hanno avuto
successo, come dimostra il rifiuto dell’Indonesia.
Ora Glen Cowan e Zhuang Zedong non ci sono più, ma il loro gesto ha
avuto un grande peso nella storia contemporanea mondiale.